Il sole è stato sempre considerato sin dall’antichità un prezioso alleato della salute e un elemento indispensabile alla vita, portando luce e calore e salvando l’uomo dal freddo. Tutto questo per millenni ha reso il sole l’oggetto più adorato di tutti i tempi. Inoltre sappiamo bene che molte patologie dermatologiche (es. acne, psoriasi, dermatite atopica) migliorano grazie all’azione sebo- ed immunoregolatrice dei raggi ultravioletti. Un’esposizione graduale alla luce solare stimola la produzione di cortisolo (azione antinfiammatoria), di serotonina e dopamina (azione antistress); il sole, infatti, ha un impatto benefico sull’umore e può rappresentare, anche, un eccellente rimedio per determinate forme di depressione stagionale.

Infine l’esposizione solare ha sempre comportato effetti benefici nell’organismo come ad esempio la sintesi di vitamina D. D’altro canto, una scorretta esposizione e/o una scorretta e inadeguata preparazione della cute soprattutto prima dell’estate, possono determinare alterazioni cutanee, comparsa di fotoinvecchiamento precoce con maggiore predisposizione a sviluppare tumori cutanei e peggioramento di alcune patologie dermatologiche.

Per poter comprendere al meglio cosa e come il sole possa determinare numerosi effetti a livello cutaneo, è necessario ricordare cosa inducono i raggi ultravioletti  a livello di questo organo. Questi sono di tre tipi : UVA, UVB e UVC. Questi ultimi, con lunghezza d’onda compresa tra 100 e 280 nm, non raggiungono la cute e quindi non determinano alterazioni di questo tessuto. Gli UVA, con lunghezza d’onda compresa tra 315 e 400 nm, penetrano in profondità determinando invecchiamento cutaneo, stimolazione della produzione di melanina e immunosoppressione. Infine gli UVB, con lunghezza d’onda tra 280 e 315 nm, sono importanti perché responsabili della produzione di vitamina D, ma anche di scottature.

L’abbronzatura è la conseguenza della reazione della cute a seguito dell’esposizione solare grazie ai melanociti che  sintetizzano la melanina, pigmento a cui si deve, in parte, il colore della cute. La melanina svolge un importante funzione protettiva perchè ha la capacità di assorbire i raggi UV del sole limitando i danni che essi indurrebbero al DNA delle cellule cutanee. Tale sostanza è prodotta dai melanosomi presenti all’interno dei melanociti per proteggerci dai raggi UV quando ci esponiamo al sole.
Tali organuli  migrano all’interno dei cheratinociti determinando la colorazione della pelle. Il colore della cute dipende quindi dal numero dei melanociti, dal numero e dimensioni dei melanosomi e infine dalla loro distribuzione nei cheratinociti. La melanina viene poi degradata e in parte eliminata con la desquamazione dello strato corneo.

Sulla base di quanto esposto è fondamentale sottolineare l’importanza di proteggere la cute durante l’esposizione e soprattutto utilizzare creme protettive solari in base al fototipo effettuando esposizioni solari graduali. Ma oggi sappiamo che il solo utilizzo di protezioni non è più sufficiente. Infatti una sana abbronzatura dipenderà da fattori genetici, dall’assunzione di antiossidanti per via sistemica assunti nel periodo che precede l’esposizione, da una corretta alimentazione e infine dall’utilizzo di dermocosmetici appropriati per ogni tipo di pelle. Quindi, al fine di ottenere una corretta, sana e bella abbronzatura è necessario preparare la cute nel periodo che precede l’estate.

Pertanto solo attraverso una visita che includa una completa anamnesi, tenendo presente la coesistenza di eventuali patologie e/o terapie farmacologiche associate e un approfondito esame obiettivo cutaneo  del paziente è possibile fornire al paziente un corretto programma preventivo e in alcuni casi terapeutico.